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paonazze, e sulle prime trasalì: — da qualche ora mulinava in testa pensieri così foschi e inconfessabili! — ma poi indovinò lo scopo per cui venivano i due rosei giovanotti e il cuore gli battè forte. Era gioia, affanno, speranza, paura, ansia: tuttavia la scure continuò a picchiar dritta sul tronco scricchiolante, incidendolo d’una ferita giallognola.

I carabinieri si fermarono sotto l’elce e sollevarono il viso. Qualche scheggia cadde sulle loro teste.

— Buon giorno, — disse allora Basilio, fermando la scure sul tronco e sollevandosi coi piedi fermati su due rami.

— Chi cercano?

— Chi sei tu?

— Basilio Serra, servo di Melchiorre Carta.

Si scambiarono un rapido sguardo.

— Scendi tosto. Dov’è il tuo ovile?...

Egli saltò a terra; si caricò le fronde sulle spalle, si trascinò dietro i rami, spazzando con essi il nevischio del bosco; e attraverso il turbine di neve sempre più fitto condusse i due nella capanna.

Mentre si scaldavano e si asciugavano le vesti, essi fissarono ostinatamente gli