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Basilio prese il sacco, lo stese sul pavimento e vi si gettò sopra, lungo disteso a pancia a terra, nascondendo il viso sulle braccia incrociate. Chiuse forte gli occhi, e rivide tosto il pianerottolo illuminato dall’alto, sentì l’agile busto di Paska fra le sue braccia, le calde labbra di Paska sulle sue, e provò un piacere più intenso di quello provato nella realtà. Eccola, essa è così vicina, così ardente che il suo alito brucia come il fuoco. Si volse supino, strinse le mani intrecciate sugli occhi, mentre il sangue gli batteva forte sul cranio e sulla nuca, e cominciò a parlarle con trasporto, dicendole cose che non le aveva detto e non saprebbe dirle giammai. Il piacere era così intenso, così intenso lo spasimo, che alcune lagrime gli bruciarono le palpebre; riaprì gli occhi e solo allora si accorse che i figli di zio Bakis erano rientrati, e che cenavano.

— Giovinotto, — gli disse il calvo, — hai la febbre? Alzati e mangia.

Basilio si sollevò alquanto, e vide che i giovani, trinciati gli agnelli sul tagliere di legno, uno dei cui angoli era scavato per far da saliera, mangiavano avi-

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