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veva baciarla o morderla. Non aveva mai baciato altra donna: ma si sentiva uomo fatto, così alto, così forte da poter contendere a tutti la piccola gattina sua, la donnina tutta morbida e dolce che gli si avvinghiava al collo. E in un impeto selvaggio la sollevò e la strinse così forte da farle male.

— Ohi, che fai, agnello?

Egli la lasciò e cominciarono a chiacchierare.

— Dimmi, dunque, il figlio di zia Bisaccia....

Basilio disse tutto ciò ch’ella gli fece dire sul conto di Melchiorre e del figlio di zia Bisaccia, quello che frequentava l’ovile, e a quali ore e in quali giorni soleva indugiarsi nella capanna, e come portava sempre roba da mangiare.

— Roba rubata! Ma questo è nulla! — ella disse pensierosa. — Egli ruba vacche e buoi.... Ah, già! figlio di suo padre! Tu credi che il patrimonio, zio Bakis lo abbia fatto col lavoro?

Basilio ricordò la storiella del porchetto.

— Già! già!

— E mio cugino ci va spesso con quella buona lana? Girano assieme?