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di non toccare terra coi piedi, e di sfiorar invece con la punta gelata del naso il cielo limpido come uno specchio nella cui fredda trasparenza le stelle splendevano meno dei suoi occhi.


VIII.


Zia Bisaccia preparava la salsa sciogliendo la poltiglia delle noci entro una conculina di creta rossa. Con una mestola di legno traeva l’acqua bollente dal paiolino e la versava sulla poltiglia: il fumo caldo la avvolgeva come in una nuvoletta. Il marito, seduto coi ginocchi serrati, curvo sopra di sè in atteggiamento di chi vive in continui timori, guardava in silenzio, seguendo con gli occhietti celesti ogni movimento della donna. Ella estrasse dal paiolino un maccherone e accostandosi la mestola alla bocca lo addentò.

— Son cotti. Cala giù il paiolino, Bakis. L’ometto s’alzò di scatto, afferrò per l’ansa il paiolino, lo sollevò e lo depose