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ma un paiolino nero ove gorgogliava l’acqua per un po’ di maccheroni. Nascosto il latte sedette per terra, e al chiarore del fuoco, stretto fra i ginocchi un mortaio cominciò a pestare un pugno di noci secche che sotto i suoi colpi feroci diventarono poltiglia gialla. Con questa avrebbe condito i maccheroni, seguendo la tradizione e risparmiando il cacio.

Basilio, ritto presso il focolare, spingeva i tizzoni con un piede, incerto se doveva o no chieder notizie per ritrovar la casa ove Paska serviva; ma no, zia Bisaccia era troppo maligna per non riferir tutto a Melchiorre. E come l’ometto dagli occhi azzurri spauriti aveva profittato della venuta di lui per sgattaiolare nella stanza attigua, egli colse il momento in cui zia Bisaccia s’alzava col mortaio sul petto, per far un mulinello sui tacchi e andarsene in giro.

Gli fu facile trovar il palazzo ove Paska abitava; una casa bianca le cui finestre erano illuminate; s’era levato il vento di tramontana e le stelle verdognole tremolavano sopra gli embrici sporgenti delle casupole intorno. La strada era deserta. Egli sollevò il viso e stette a lungo incerto, tremando, più che per il vento

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