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— E gli altri cosa ci fanno? — gridò zio Pietro.

Melchiorre, che invidiava la spensierata adolescenza di Basilio, lo guardava stupito. Anche quello era dunque scontento? Chi dunque poteva esser contento?

— Gli altri? Gli altri? Quali altri? — disse Basilio con sprezzante franchezza. — Voi credete che, perchè voi siete così, gli altri non si divertano? Vedete i signori del Monte, che il diavolo li rapisca! Che fanno quelli? Giocano, ridono, mangiano bene, dormono meglio, suonano la chitarra, ballano, cantano, fanno all’amore con tutte....

La sua voce vibrante d’invidia e quasi d’odio echeggiava nell’anima di Melchiorre.

— Anche tu, Basilio!

Ma tosto si pentì del suo grido perchè zio Pietro volse il viso verso di lui, e parlò, rispondendo in apparenza al mandriano, ma in realtà a tutti e due:

— I signori! Cosa credi che sieno i signori? Uomini come noi. E credi che siano contenti? Un corno! Ohi, ohi, ragazzo, perchè te lo fai dire? siamo tutti nati per soffrire, per portar la nostra croce. Al posto di quei signori che ti