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cosa da niente: oh che un amante abbandonato non può bastonare la sua bella?

— No, io non ho paura! — disse fra sè stringendo i pugni sull’arcione e sollevando gli occhi verso le rupi dell’Orthobene. — Paura di chi? Dei padroni e dei vagheggini di Paska?

Essi, uniti tutti assieme contro uno, potevano battere qualche pugno sul cuoio della sua mastrucca, e gridargli vile con voce tremante; ma che altro potevano fargli? Non accusarlo ai giudici, perchè egli non aveva mai nè rubato nè ucciso nè detto il falso. Che doveva dunque temere? Nulla; eppure la sua inquietudine non cessava; si sentiva debole davanti ad una forza occulta, e paventava misteriose insidie, nascoste come una invisibile rete d’agguato tra le foglie sparse del bosco.

Un sentimento d’arcano timore, simile a quello che zio Pietro provava nelle ore di solitudine, lo opprimeva: i suoi occhi di falco distinguevano foglia per foglia gli elci e le macchie, i sassolini del sentiero, le scintille nere del granito; ma e al di là? e dove l’occhio non giungeva? che c’era dietro gli alberi, dietro le macchie,