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davano l’illusione di onde spumanti. Zio Pietro, seduto sull’apertura della capanna, tagliava col suo affilato coltello grossi gambi di ferula, per formarne uno sgabello: curva la testa, quasi gli occhi seguissero l’opera delle mani, pareva che sotto la sua fronte serena solo tranquilli pensieri ondeggiassero quietamente, come le bianche nuvole dell’orizzonte.

Il sole calava sui boschi, vibravano le campanelle delle capre, i gridi selvaggi di Basilio, i richiami delle gazze, il rumore della zappa: null’altro udivasi, neppure il solito mormorar della selva, perchè la quiete pomeridiana era così profonda che non si movevano neanche le estreme foglioline tenere dei rami giovani, nè le campanelle di corallo dei fiorellini pendenti dai fagioli dell’orto. La montagna intera pareva assopita in un sogno di pace, in faccia al mare; e le tre povere creature disperse in quella profonda solitudine parevano anch’esse vinte dal sogno, mentre nei loro cuori turbinava la passione.

Al cader della notte, mentre curvo sul focolare Basilio soffiava sul fuoco, un animaletto con una lunga coda passò rapidamente davanti alla capanna.