Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Cura dell'amore | 89 |
pallido sotto la corona delle trecce di bronzo: ma dal resto dell’aspetto florido non si giustificherebbe la visita medica. I suoi occhi sfuggono quelli del dottore, i quali occhi d’altronde, mentre egli le tasta il polso, sembrano occupati a spiare solo qualche dettaglio della persona di lei, come per esempio i piedi stranamente piccoli per una donna così formosa.
Il polso è normale; solo, al contatto di quelle dita d'uomo, il sangue si agita un poco, nel ramo della vena, come le foglie sul ramo dell'albero al passare del vento.
È un attimo. Ma basta perchè l’uomo della scienza senta di trovarsi davanti a una malata immaginaria, e lei di essersi già confessata.
— Mi dica cosa si sente — egli domanda, sedendosi davanti al canapè; in modo che i suoi lunghi piedi vanno a raggiungere quelli di lei che si ritraggono smarriti.
Ella abbassa la testa, ma sente lo sguardo di lui fastidioso come un riverbero che le danzi sul viso.
— Sono vertigini; e la notte o non dormo o faccio tali sogni che ho terrore di riaddormentarmi: e a volte mi sveglio con la parte destra del corpo come paralizzata.
— È da molto che sente questi fenomeni?
— Sì, da qualche tempo: questa notte, poi, peggio che mai.
Egli le rivolse alcune domande intime, alle