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54 | il sigillo d'amore |
vene giovani, e lo spirito avventuroso che è la parte più viva del suo carattere, eredità degli avi spagnuoli, lo prende e spinge come un vento di ubriachezza.
Il lieve accento di beffa dell’amico lo ha punto: in fondo forse egli cerca l’avventura per dimostrare la sua agilità e il suo ardire; ma è anche una specie di scalata al sogno che egli vuol tentare, poichè l’occasione si presenta e il sogno si prende solo così, come i giovani cacciatori prendono l’aquila in cima alla roccia.
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Senza più parlare butta giù il cappello: poi rapido e silenzioso si avventa verso il portico, giungendovi quasi piegato a terra; abbraccia la colonna, vi si allunga, sale, sale, è in cima come il vincitore dell’insaponato albero di cuccagna; salta dritto sulla terrazza. Un grido incrina il silenzio cristallino della notte.
— Nonnina! Perdonami. Ti ho spaventato? Volevo farti una sorpresa.
La piccola vecchia sebbene spaventata gli sorride con tutti i suoi denti falsi, e mentre abbandona al bacio di lui la mano destra inanellata, con la sinistra gli dà dei colpi non troppo lievi alla testa.