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294 | il sigillo d'amore |
a Dio perchè il sacrifizio della sua carne innocente ridondi tutto al bene dell’uomo.
E poichè all’agnello arrosto deve accompagnarsi l’insalata tenera e fresca, la madre di famiglia scende lei stessa a coglierla nel giardino, dove la lattughella ondulata e rosea, con le conche delle foglie umide di rugiada e il cuore appena assalito dalla chiocciolina golosa, fa concorrenza ai fiori.
Se la donna avesse ancora il tempo di scrivere versi, ci direbbe forse come è dolce atto d’amore il piegarsi sulla terra e vederne da vicino le meraviglie: la pupilla iridata della rugiada, nel centro del fiore della fragola, vale bene la pupilla dell’occhio di un amante, con la differenza che questa vi tradisce, quella no.
Ma la raccoglitrice d’insalata non pensa più a queste cose: pensa piuttosto che l’annata è cattiva, per il giardino: la siccità e il vento divoratore hanno devastato egualmente i gigli e i carciofi, e bisogna provvedersi di un doppio quantitativo d’acqua per tener vivo il luogo.
Questo non le impedisce di cogliere le ultime rose per rendere più lieta, col loro colore e il loro profumo di giovinezza, la casa dove lei e i suoi cari vivono come un’anima sola.
Un vecchio mal vestito e col viso di ammalato, si ferma a guardare di fuori fra le sbarre della cancellata, e i suoi occhi hanno lo stupore invidioso di chi vede una cosa desiderata