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MATTINO DI GIUGNO.


Quando i primi rumori della città incrinano il silenzio antelucano e il cielo si apre bianco verdino come una fava fresca appena sbucciata, la madre di famiglia si sveglia; non del tutto però, poichè è sana ed ancora giovane, e il dormiveglia dell’alba la possiede con tutta la sua mollezza serpentina.

Ma mentre il corpo si abbandona ancora a questo tradimento, lo spirito già vigila e concede al suo compagno la breve sosta sul margine del sogno, come un interesse anticipato sul credito che quello sborserà durante la giornata: poi al momento opportuno lo scuote e lo fa balzare. La madre di famiglia si alza, e fa la sua breve ma non trascurata toeletta: è come una corazza ch’ella indossa, per non pensarci più ed essere subito pronta al combattimento quotidiano. Lasciato lo specchio ella non ricorda più le sue sembianze: solo gli og-