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IL LEONE.
Un tempo frequentava la nostra casa un giovine pittore, nostro lontano parente: bravo ragazzo, allegro, sano, ricco di casa sua e quindi disinteressato.
Anche troppo, disinteressato. Aveva, per esempio, la mania di far regali. Ogni volta che veniva a trovarci portava fiori, libri, disegni, scatole di dolci. Una volta mi regalò un bel gatto soriano, un’altra un pacco di carta da lettere con tanto di stemma e di corona; prezioso dono del quale però non ho mai potuto approfittare per non andare incontro ad una accusa anche giudiziaria di abuso di titoli nobiliari.
Il peggio è che il nostro amico non voleva assolutamente essere contraccambiato, neppure con un modesto invito a pranzo; il che, a lungo andare, continuando egli nella sia pure inutile sua generosità, dava un certo fastidio. Si fu quindi quasi contenti quando egli partì per un viaggio di studio in Libia. Per qualche tem-