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254 | il sigillo d'amore |
Passarono alcuni secondi. Ella sentiva la barca dondolare come una culla, e nel silenzio le anatre gracchiare sommesse, sempre più sommesse, e infine tacere. Anche le anatre sapeva ammaliare, il prete, con le sue parole magiche.
— Forse se n’è già andato, — ella pensava; ma sentiva ch’egli era lì ancora; poichè la presenza di lui spandeva un profumo misterioso attorno, come i pioppi che odorano di rosa.
*
D’improvviso la barca dondolò forte, a lungo, avvertendo Gina che qualche cosa di straordinario accadeva.
— Bambina — disse una voce che pareva venire di sott’acqua, — alzati.
Ella si alzò, con gli occhi chiusi nascosti sul dorso della mano.
— Giù quella mano, — disse la voce, adesso vicina ed intensa.
Gina lasciò cadere la mano; e di fra le palpebre che si aprivano e si chiudevano spaurite vide don Apollinari seduto sull’asse, come Gesù nella barca di San Pietro. Le mani e il viso di lui avevano il colore madreperlaceo dell’acqua corrente; degli occhi Gina non distingueva il colore perchè non poteva fissarli coi suoi.