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Lo spirito dentro la capanna 245

rami. Ecco, pensavo, adesso Giuliano si alza, prende il fucile e se quelli non la smettono, li uccide. E rattenevo il fiato per non svegliarlo: poichè non volevo che egli si dannasse l’anima per un pino abbattuto. Meno male che egli dormiva.


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— Egli dormiva, — riprese la donna dopo un momento di silenzio durante il quale s’era di nuovo nascosta il viso sul braccio, — ma faceva brutti sogni, sospirava, s’agitava e parlava. Una notte si sollevò, anche, come uno spiritato: e diceva: sì, li sorprendo e li ammazzo tutti e due. Poi si svegliò e cominciò a stringermi. Tremava e batteva i denti come ci avesse la febbre. E finalmente mi disse che un male davvero ce l’aveva, e da molto tempo. Era geloso, ecco; geloso del cugino Giuliano; e credeva che questi venisse la notte a trovarmi. D’altra parte mi voleva così bene ed era tanto bonaccione che non aveva mai osato parlarmi dei suoi sospetti. Ebbene, dico io, allora verrò tutte le notti qui, e tu così sarai tranquillo. E per qualche tempo le cose andarono bene, ma col sopraggiungere del freddo lui stesso, il povero Giulianone, che sembrava guarito del suo male, mi pregò di restare a casa.