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Il vivo 213



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Siamo tornati ancora nella casetta. Il sor Andrea è venuto come sempre alla stazione e carica il bagaglio sul suo calesse. Sta bene, il sor Andrea; s’è ingrassato e ringiovanito, e i suoi occhi mi ricordano la pioppaia mutevole ridente.

— Vedrà come starà bene, quest’anno, signora. Vedrà, non dico altro.

Tutto infatti è ordinato e pulito, come il primo anno: e c’è un mazzo di fiori in mezzo alla tavola. Le brocche sono piene d’acqua fresca, il fuoco acceso.

— Comanda, signora?

È il sor Andrea che per ridere s’è messo il grembiulino bianco ricamato, ricordo della sua seconda moglie.