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178 | il sigillo d'amore |
— Lui, — gridò, ancora esasperata dal ricordo. E l’eco nascosta nei macigni le diede ragione. — Lui.
Il nemico.
*
E qui ritorna alla memoria il mercante di legname e carbone. S’era sposato anche lui, ma ogni volta che se ne presentava l’occasione, passava, sul suo bel cavallino sardo da montagna, davanti alla casa di Marala. Voleva farle dispetto o voleva farle la corte? Tutte e due le cose assieme. E poichè la faccenda continuò anche dopo la disgrazia del marito, lei, che non intendeva di essere sbeffeggiata oltre, un giorno affrontò il suo antico pretendente e lo caricò di male parole.
Senza scomporsi, egli scese di cavallo e la pregò di riceverlo un momento dentro casa. Voleva parlarle. Aveva modi insinuanti, ed era ben vestito, con gli orecchini, due catene d’oro e la pistola guarnita d’argento.
Ella lo ricevette. Egli tornò altre volte, anche di notte. Che male c’era? Ella era libera e poteva ricevere in casa sua anche il frate che passava per la questua, come infatti lo riceveva.
Ma il nemico stava all’erta. E se per il frate