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176 | il sigillo d'amore |
teresse: forse lo stesso sagrestano che ancora pretendeva si pagassero alla parrocchia le decime, e le otteneva dai paesani superstiziosi. E lei era donna di coscienza; ma la sua roba non la buttava via così, per leggerezza o per paura.
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Fatto sta che il nemico si era manifestato più volte, perseguitandola di nascosto, ma in modo tale che parecchie delle sue cattive azioni ella se le era legate alle dita.
Ed ecco che ella solleva la mano destra, chiude il pugno che sembra un nodo di vecchio ramo, e aprendone poi una dopo l’altra le dita comincia a contare.
Dapprima la persecuzione di quando si era fidanzata col ricco mercante di legname e carbone. Non lo amava: pensava però che col matrimonio, i figli, la vita agiata, l’amore sarebbe venuto. Qualcuno, il nemico, andò a riferire al mercante ch’ella aveva già una relazione col cugino, e il ricco matrimonio andò a monte.
È vero che tutti sapevano della sua relazione col cugino, e nessuno si meravigliò quando loro due si sposarono: le maldicenze cominciarono dopo, sempre per opera del nemico. Il