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174 | il sigillo d'amore |
tre verdure, frutta, caciole fresche e secche, e polli già pelati. Poichè lei era una donna pietosa che non amava veder soffrire le bestie; e non faceva come gli altri sordidi contadini che legano barbaramente per le zampe, a coppie, gli infelici giovani polli e li portano a testa in giù vivi al mercato; e se non li vendono a peso d’oro li riportano a casa. Lei strozzava e pelava i polli, per portarli ai villeggianti; tanto, era sicura di venderli.
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D’improvviso trasalì e ricoprì la sua roba; si sollevò e guardò in su. Le era parso di sentire un bisbiglio, come di gente che sottovoce parlasse male di lei: e un bisbiglio si sentiva infatti, sopra la strada deserta, nel grande silenzio del monte; ma era un soffio di vento che saltando come un daino di macigno in macigno metteva in subbuglio i ginepri e le felci.