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IL NOME DEL FIUME.


Quell’anno cominciò a nevicare in novembre, e non la smise più: e poichè noi si abitava un po’ fuori del paese, per essere ancora in comunicazione col prossimo si dovette aprire un sentieruolo fra la neve come in una foresta vergine. Una povera servetta mocciosa di natura, e che il freddo rendeva ebete, andava e veniva per questo filo di strada, portando i viveri e la posta; e mai personaggio potente e grandioso rappresentò per me la forza della vita come questa legnosa ragazzina avvolta di stracci e assiderata.

Con ciò si capisce che oltre i giornali col tumulto del mondo dei vivi, e le prime comunicazioni con l’Editore, che è come dire col pianeta Marte, ella mi portava le lettere del fidanzato.