Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 79 — |
nava; solo lo tratteneva la paura di nuocerle destando maggiormente i sospetti dei parenti di lei.
Ed ecco una sera, sul tardi, gli sembrò che qualcuno lo chiamasse, di là dalla siepe: il vento rompeva la voce sconosciuta e pareva ne spandesse i brani nell’aria. Ed era solo il suo nome, che la voce ripeteva: Cristiano: ma era pronunziato stranamente, quel nome: Cristiano: era pronunziato da una persona che lo conosceva solo per averlo sentito da altri. Cristiano: ecco la terza volta che lo chiama: è proprio il suo nome.
Sentì una vaga paura. Non era superstizioso, ma la voce gli sembrava non umana.
Pensò ai parenti della contadina, al marito, che doveva essere tornato dall’Australia.
— Cristiano?
Non voleva aver paura: quindi uscì.
Era una notte di nuvole gialle, di vento tiepido: cadevano le ultime foglie, le più pesanti, volteggiando nell’aria come pipistrelli.
Appena uscito lui la voce era cessata. S’avvicinò alla siepe, verso il punto donde gli pareva ch’essa venisse, e domandò chi c’era. Nessuna risposta: ma si sentì distintamente un fruscìo che non era causato dal vento;