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— Lo so, sì, che andate là.... di notte.... e state a conversare con la signora. Il cane vi conosce, adesso: anche del cane siete amico.... E prima gridavate: se vengono dei vicini voglio andarmene!

— Ma che t’importa? — egli le urlò sul viso, afferrandola per i polsi. La sua collera diede coraggio alla donna.

— Voi siete padrone di andare dove volete.... ma era meglio non andare. Era meglio non venissero. Un pazzo non è un buon vicino.... e voi.... e voi, se volete rivendere la casa, dunque adesso i denari ci sono. La vecchia compra anche il mobilio, se volete; le dissi ch’è tanto bello, con quest’armadio, questo tappeto.

— Questo tappeto se ti piace te lo regalo: ecco, prendilo, ma fammi il piacere di lasciarmi in pace. O sei gelosa, forse?

La lasciò per sollevare la lampada e ripiegare il tappeto, ma non finì di toglierlo perchè Ghiana lo teneva fermo con le sue mani tremanti.

Col viso pallido sollevato, gli occhi supplichevoli e nemici ad un tempo, anche lei si mise a gridare.

— E se fossi gelosa? Non ne ho il diritto? Sono venuta per paga, forse?

— Ma che ti passa in mente? — egli disse esasperato.