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male balzò, pesante e lucente d’acqua, sulla sabbia, ed ella si mise a correre per farlo correre: era agile come una bambina.
La speranza ch’ella se ne andasse esasperò nell’uomo il piacere di vederla: perchè, sì, Cristiano, è inutile negarlo, tu provi piacere a vederla, e la paura di essere veduto da lei altro non è che paura di farle cattiva impressione.
Ma ella non se ne andò: dopo le corse col cane finì col gettarsi anche lei sulla sabbia, con l’animale accanto, e parvero tutti e due assopirsi.
Per qualche tempo rimasero tutti così, immobili, smarriti nella luce, nella serenità della spiaggia; e a poco a poco Cristiano si calmò, chiuse gli occhi, tornò a immergere le mani nella rena.
A poco a poco.... Anche ad occhi chiusi vedeva la donna stesa sulla sua ombra nera, con le vesti abbaglianti che pareva si disfacessero nella luce.
A poco a poco.... Il cuore gli si chetava. Non tentò più di nascondersi. Ella non lo cercava, non lo vedeva: così vicina eppure così lontana, quieta come la luce del sole, come la nuvola bianca che fioriva sul confine del mare.
A poco a poco il sopore voluttuoso interrotto dall’arrivo del cane lo riprendeva: