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non osò dirlo: anche perchè, in fondo, il parlare della donna gli piaceva.
— Anche noi avevamo una vigna, — ella riprese sfiorando con la mano pallida la vite. — Grandi alberi la circondavano. La vite andava da un tronco all’altro con festoni pesanti che parevano archi scolpiti.
Sì, questa mi è dispiaciuto di lasciarla: ci ho passato la mia fanciullezza, son cresciuta con lei, può dirsi. L’aveva fatta piantare mio padre: da piccola passavo giornate intere arrampicata sugli alberi, a meravigliarmi del sole. Adesso la natura non m’interessa più. Quando ci si è ripiegati una volta a guardare dentro l’anima nostra, tutto quello che è esteriore non interessa più: tutto è scolorito e semplice in confronto a quello che avviene dentro di noi.
Si fermò sotto la robinia tonda in fondo al giardino appoggiando le spalle al tronco diritto e chinando un po’ la testa come intenta davvero a guardare qualche cosa che non era nè davanti nè intorno a lei: la sua figura chiara risaltava sullo sfondo scuro della siepe, con l’albero sopra come un grande ombrello di frangie verdi.
Cristiano la seguiva, con le mani in tasca, fermandosi se lei si fermava, ascoltandola in silenzio. A volte ghignava dentro di sè, per quello che lei diceva; a