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Adesso eccomi qui stroncato come i rami del tuo orto: ma con la certezza nel cuore che l’odio a parole e non a fatti non reca male che a chi lo nutre: e forse neppure a lui.
A primavera tutto rifiorirà: e tu sarai felice senza di me.
Ma anch’io sarò di nuovo in giro, coi dolci venti d’aprile e con le api e le musiche della sera, anch’io sarò di nuovo felice non perchè ti abbia perdonato ma perchè ne amerò un’altra.»
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Nei tempi passati egli provava un piacere crudele ad ascoltare il rumore del vento e della pioggia pensando a quelli che forse a quell’ora attraversavano la brughiera senza riparo: adesso sentiva una sorda inquietudine: ricordava le parole della contadina «un giorno ho sentito gridare, nelle camere di sopra, e la donna s’è fatta bianca in viso»; e gli sembrava che un grido risonasse nella notte. E là, dietro la sua siepe, vedeva le due donne sole che domandavano aiuto: due donne sole contro un uomo il cui male poteva da un momento all’altro