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Subito ella depose il paniere per terra sollevando il panno che lo copriva: era colmo di tante cose buone: uova rosee, burro, polli dorati, cipolle violette.
— Sembra il paniere della divina provvidenza. Posso prendere anch’io qualche cosa. Ghiana?
Ghiana restava immobile, dura, con la gonna larga che pareva di smalto turchino: lasciò ch’egli si chinasse a scegliere le uova, che le domandasse quanto voleva dei polli, che le domandasse se il marito aveva scritto: non rispondeva.
Egli sollevò gli occhi e la vide pallida, con gli occhi pieni di lacrime: allora si mise a ridere. Ghiana non lo aveva mai veduto ridere così; ma invece di offendersi si rasserenò anche lei.
— Ebbene, Ghiana? Tuo marito ha scritto?
— Ha scritto.
— Ha mandato altri denari?
Ella parve esitare, anche perchè lui faceva la domanda con tono un po’ canzonatorio; poi rispose che, sì, il marito aveva mandato altri denari.
— E la casa l’avete trovata?
— Ancora no. Forse la si fabbrica, se il padrone ci dà il terreno.
— Ghiana, se tu vuoi andare da questi qui della casetta, credo faresti bene a pas-