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chiudeva le finestre gli urli e i canti degli operai arrivavano come da un luogo molto lontano.

Quando era costretto a passare davanti al prato evitava di guardare verso il punto dove si costruiva; ma vedeva che tutto era calpestato là attorno, la siepe abbattuta per il passaggio dei carri, il sentiero scavato da solchi profondi: e ne provava una sorda irritazione come se venisse rovinata una sua proprietà; allora ripeteva sottovoce le bestemmie che sentiva gridare ai carrettieri e ai muratori.

Anche alla notte la solitudine non era più completa. Gli operai avevano costrutto una baracca sotto gli alberi, e la maggior parte di essi vi pernottava. A volte un suono di fisarmonica riempiva di pianto stridente la dolcezza della sera.

Solo il sabato, verso sera, tutti se ne andarono.

Cristiano uscì allora con la sua anfora e col suo secchio, e dopo averli deposti sull’orlo del pozzo andò cauto a vedere la costruzione. Mucchi di mattoni e di legnami ingombravano il terreno: in una vasca la calce bolliva ancora, con un biancore così luccicante per il riflesso del tramonto che faceva male a guardarlo. Le fondamenta erano già riempite dal muro, e questo pa-