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glietta, segno tangibile della venuta di lei, gli si era scaldata sul petto, viveva con lui. Fu per alzarsi e andare da lei: ma la solita paura ch’ella lo credesse pazzo lo fermò.
Fuori la notte era meravigliosa di luna e di quiete: egli aveva l’impressione che la terra si fosse fermata, e con la sua immobilità tutte le cose e tutti gli uomini dovessero finalmente aver pace.
Eppure non gli riusciva di riaddormentarsi: gli sembrò di sentire il cane a lamentarsi e tutte le fantasticherie del tempo passato gli tornavano in mente.
Che accade nella casetta bianca? Anche Sarina non dorme e l’ombra del passato la perseguita; ma lei è abbastanza forte e coraggiosa per non lasciarsi vincere dai fantasmi dei morti, e neppure da quelli dei vivi: le sue agili gambe sono fatte per fuggire, per camminare lungo le vie del mondo.
Ed egli ritrovava il suo antico sogghigno. Cammina pure, Sarina, fuggi fin che vuoi: ci ritroveremo lo stesso, in fondo alla strada....
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Si riaddormentò ch’era quasi l’alba, stanco e sofferente: ed ecco di nuovo i sogni, con tutto il loro mistero di dolore e di gioia: