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risorse e tutto brillò più di prima, al solo risonare di quel passo.
Egli stette immobile, pauroso che il suo solo respiro potesse rompere l’incanto.
E nei pochi momenti che la donna mise ad arrivare alla porta e ad entrare, egli si accusò di mille torti verso di lei: gli sembrò di averla battuta, di averla calunniata, di essere stato con lei più malvagio che con l’altra. Solo perchè avesse dubitato di lei.
Essa invece veniva a rassicurarlo, a portargli il regalo.
Si avanzò, più silenziosa e agile del gatto, si mise a sedere accanto a lui e aprì la mano che teneva chiusa: e anche la sua mano scintillò. Gli aveva portato un vero regalo di donna, di fidanzata: una medaglietta d’oro con un’immagine sacra.
E gliela mise al collo. Egli rabbrividì al contatto delle dita di lei, gli sembrò fossero gli stessi raggi della luna a toccarlo.
— Cosa fai qui rannicchiato, senza lume? — ella domandò.
— Ti aspettavo.
— Potevi venire tu.
— Sono già venuto ma eri fuori.
— Potevi tornare.
— Avevo paura.
Seguì un attimo di silenzio davvero pauroso: perchè lei non rispondeva pronta?