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— Dov’è la signora? — domandò Cristiano stordito dagli urli del cane.

— La signora non c’è. È andata di nuovo al paese. Doveva comprare qualche cosa.

— Se c’ero anch’io nel paese, e non l’ho incontrata! Ma che ha oggi questo cane?

— Non so: è tutto il giorno che abbaia così.

Egli se ne andava: la donna lo seguì; pareva volesse dirgli qualche cosa, ma non parlò finchè non furono dall’altro lato della casa, quasi per non farsi sentire dal cane.

— Credo che la signora sia andata a comprare un regalo per lei.

Egli trasalì di gioia: osservando però meglio la figura della serva, illuminata dal tramonto, con l’ombra lunghissima sull’erba del prato, gli sembrò diversa del solito, con un so che di ambiguo, di triste e ironico.

— Te lo ha detto lei? — domandò.

— No, mi disse che andava a comprare un regalo: io penso sia per lei perchè so che oggi lei e la signora hanno fissato la data del loro matrimonio.

— Te lo ha detto lei?

— Sì, questo me lo ha detto lei.

— Sì, è vero. Ti dispiace, forse?

La serva lo guardò sorpresa dal tono timido con cui egli parlava.

— Perchè deve dispiacermi?