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sterioso; come un albero basso, scuro, che ci copriva di ombra e di freddo e intorno al cui tronco svoltavamo di continuo per non vederci e nello stesso tempo per inseguirci, con un silenzio più tragico di ogni parola. Perchè, in fondo, avevamo paura uno dell’altro: lei era una donna che sotto una apparenza mite e passiva, nascondeva una volontà, un’ostinazione e un orgoglio profondi. Non si separava da me perchè troppe critiche aveva destato col suo matrimonio disuguale; ed anche perchè, veramente, mi amava. Con tutti i miei difetti, o appunto per essi, mi amava: d’un amore sensuale che conosceva solo i sacrifizi momentanei, che nascondeva un fondo di rancore e di odio, senza carità, senza pietà, ma sempre amore. Oh, che il tuo amore non sia così, Sarina!

La donna spalancò gli occhi come destandosi da un sogno e balzò protestando.

— Cristiano!

Ma già nel solo accento di quella voce che s’era come arrugginita egli credette di sentire un principio di ostilità. Forse Sarina aveva già inteso tutto: ed egli per un momento pensò di deviare il suo racconto, di falsarne ancora una volta la fine: tanto più che ella tentò di difendere l’altra per difendere sè stessa.