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zurri innocenti. Era timido, e arrossì quando la mamma me lo presentò. Che cosa veniva a fare da lei questo idiota? Io lo intesi subito e divenni mille volte più inquieto e infelice di prima. Non osavo scacciarlo, ma mi beffavo di lui: e quando egli se ne andava facevo scene violente alla mamma, minacciandola di chiuderla in una casa di salute se non cambiava vita. Io ero sinistramente geloso del suo giovane amico e della loro nascosta felicità; sentivo che si amavano, che si possedevano, che avevano un bene a me negato ed era questo il segreto della mia gelosia, del mio sdegno.

Così anche la mamma divenne una nemica per me: o peggio ancora mi accorsi ch’ella aveva paura di me.

Un giorno scomparve di casa; era partita col suo giovane amico, e per mesi non ne seppi più nulla, finchè mi scrisse ch’erano fuggiti per paura: emigrati in America s’erano sposati e lavoravano e guadagnavano molto: adesso sono quasi ricchi.

Tutto questo rese più aspre le relazioni con mia moglie: non che avvenissero scene, fra noi, anche perchè io avevo terrore dei servi, sopratutto dopo la fuga della mamma, fuga della quale si conosceva il motivo; anzi non ci si parlava, quasi: ma fra noi due cresceva qualche cosa di duro, di mi-