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me ci si ferma in mezzo alla strada per proseguire meglio un discorso,

— Quella contadina, Ghiana, che veniva per i servizi, parlava sempre di te, in modo strano, reticente e insistente: pareva fosse innamorata di te, ma non volesse farti apparire sotto una buona luce: forse per gelosia; ad ogni modo aveva bisogno di parlare di te, e non se ne andava se prima non riusciva a vedermi e dirmi qualche cosa sul conto tuo. Così io sapevo com’era l’interno dalla tua casa, le tue abitudini, il tuo carattere. Ella affermava ch’eri un gran signore, e che nel tuo passato c’è un mistero; ella accennava a conoscere questo mistero ma non voleva dirlo. Solo, un giorno, disse che più che per elezione eri costretto a viver così per altre ragioni.

— Quali ragioni? — egli domandò col suo antico accento brusco, staccandosi da lei.

— Io non so: lo diceva lei.

— Che ne sapeva di me quella villana?

Io non le ho mai fatto confidenze.

— Ne sei sicuro? — ella domandò guardandolo con malizia. — Ci son dei momenti in cui si parla senza avvedersene....

Egli si fece pallido, grave.

— No, sono certo di non averle mai fatto nessuna confidenza.

Sarina sollevò la testa, sul collo rigido;