Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 174 — |
l’aria: il giorno pareva sbocciare, nel finestrino della cameretta, come un fiore bianco che a poco a poco si tingeva di rosa.
D’un tratto un picchiettio risonò sul vetro: era un uccellino che vi batteva il becco.
E Cristiano balzò come un bambino, corse ad aprire e gridò di gioia. Nella notte i fiori dei peschi s’erano aperti: sopra ogni fiore brillava una ghirlandina di rugiada: e fili iridescenti, collane sottilissime di perle correvano da una cima all’altra della siepe.
L’aria odorava di resina e di menta. Era la primavera. Ed egli ebbe desiderio di correre fino alla riva del mare, di avvoltolarsi fra i giunchi, di lavarsi con la rugiada.
Il pensiero che fra poco avrebbe riveduto Sarina lo faceva soffrire. Poi cominciò le solite faccende; ed ecco, nel silenzio del primo mattino, un lieve picchiare al cancello lo richiamò all’angoscia del passato, Sarina non poteva essere, a quell’ora. Doveva essere Ghiana.
★
Ghiana era lì dietro il cancello, col suo paniere, ma talmente mutata che quasi non si riconosceva. Uno scialle fiorito le circondava il viso gonfio macchiato di chiazze