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lutarla Non sono entrato perchè ho sentito a parlare, qui, e ho creduto che non fosse sola.

— Ma se ero io che leggevo ad alta voce!

Si metta a sedere.

Egli sedette, discosto da lei.

— È un’abitudine che avevo da ragazza: quando ero sola, nelle lunghe sere d’inverno, o in quelle d’estate che sono più lunghe ancora, leggevo, specialmente commedie e drammi: la mia voce mi pareva quella dei personaggi stessi, e mi faceva compagnia. Eppoi perchè sognavo anche di diventare attrice.

— È il sogno di tutte le ragazze disoccupate, — egli disse contrariato: poi subito ebbe timore di averla offesa e le domandò che libro leggeva.

— Ne legga qualche pagina per me.

Ella guardò la copertina del libro come se ancora non ne sapesse il titolo, poi lo chiuse e lo depose sul piano inferiore del tavolino.

Quando sollevò la testa i suoi occhi avevano una luminosità profonda, maliziosi e appassionati, e cercavano quelli di lui.

— Io leggo quando sono disoccupata, cioè sola. Adesso...

Egli non evitava più quello sguardo che gli penetrava fino all’anima e gliela inon-