Pagina:Deledda - Il segreto dell'uomo solitario, 1921.djvu/157


— 147 —


Del resto egli non si curava di tutte quelle cose che lo coprivano e lo circondavano; tutto chiuso in un suo meditare austero, con le palpebre ferme, le narici un po’ violacee dilatate, la bocca chiusa rimpicciolita.

Lasciò fare, quando l’altro uomo nero che si muoveva attorno silenzioso, svelto e furtivo come un ladro, trasse un metro e con rapida accuratezza lo misurò da capo a piedi; d’altronde l’atto fu così rapido e il metro grigiastro s’aprì e si chiuse così lesto e discreto che neppure i vivi presenti nella camera se ne accorsero. Poi l’uomo nero raccolse e chiuse i sacchi in un cassetto del canterano che la serva imitandolo nel suo fare gli aprì; tutto con rapidità furtiva sebbene fredda e calcolata. Pareva che egli cercasse di nascondere i suoi gesti: per riguardo a chi? in realtà perchè così era obbligato a fare.

Infine salutò con rispettosa indifferenza, e se ne andò.

Allora la vedova, che stava seduta nell’angolo dell’ottomana, vestita ancora degli abiti del giorno avanti, s’alzò e si chinò sul morto, fra una colonna e l’altra dei due candelabri posati sul davanti del letto: pareva spiasse se il marito tornava in vita, o se si fosse annoiato di tutto quel cerimoniale inutile che accompagnava la sua par-