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— Sarina! — Osava finalmente chiamarla col suo nome, che gli si scioglieva in bocca come una cosa dolce. — Sarina, mi sembra di esserci un giorno incontrati fanciulli in riva al mare, quando la mia mamma, dopo essersi per undici mesi privata di tutto, mi portava per un mese in una spiaggia ch’era per me come il confine del mondo reale e il principio del mondo dei sogni; più in là non si poteva andare; si sarebbe morti di gioia. Là ti ho incontrato, forse quella volta che tu pure sei andata fino al mare e le onde ti sembrarono agitate dai pesci. E per gioco ci siamo dati la posta di correre lungo la riva del mare, tu da una parte, io dall’altra, e di fare tutto il giro dei continenti fino a incontrarci ancora. Eccoci qui, adesso, di nuovo in riva al mare, tra il confine della realtà e del sogno: più in là non si può andare; si morrebbe di gioia. Eccoci qui, di nuovo fanciulli, ubriacati dal gioco dell’amore.



Il sole tramontò: cessò il vento, come se un velo pesante cadendo sulle cose le fermasse: ella non veniva.

Ma perchè non veniva egli si ostinò ad aspettarla. Voleva rinfacciarle di aver la-