Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 138 — |
Ma arrivati al paese ella disse che vi si doveva trattenere per concludere l’affitto della casa e per fare certe spese; e lo salutò fredda e, a lui parve, un po’ ironica.
Ed ecco che gli sfuggì di nuovo, col suo passo lungo e rapido di trampoliere: l’erba della piazzetta le lucidò gli stivalini, grata ch’ella la calpestasse; i vecchi pescatori sollevarono la testa a guardarla, e il loro viso parve illuminarsi per la luce del suo passaggio: poi la sua figura, davanti a Cristiano che la seguiva senza più raggiungerla, si dileguò tra il verde liquido del piccolo porto.
Dove andava? Poteva anche andare a trovare un uomo. E d’un tratto Cristiano si pentì di averla fatta uscire, un giorno, strappandola dal letto del malato.
Gli tornavano alla mente le parole di lei: «io amo la vita: oh, non può immaginarsi come l’amo!» e la facilità di lei a dimenticarsi del dolore. Ma in fondo questo non gli dispiaceva: se anzi era per questo ch’ella gli piaceva! perchè era la vita stessa in persona, oppressa dal dolore ma sempre tesa a liberarsene e a cercare la gioia.
L’aspettò nella strada all’uscita del paese.
Ella tardava. Dov’era andata? Forse in casa del dottore.
Questo dottore, giovane, ricco, libero, si mostrava troppo premuroso con lei e an-