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tavola Cristiano arrossì ed impallidì più volte; avrebbe voluto nascondersi e nello stesso tempo provava una gioia violenta nel veder il suo piano riuscito: perchè adesso lo sentiva bene, ch’era lì per incontrarla.

— Che cosa fa lei qui? — ella domandò senza tendergli la mano.

— Ma.... sono qui! Ho fatto una passeggiata. E lei ha veduto la casa?

— Sì.

— Le piace?

— Mi piace. La prendo, — ella disse con una certa durezza.

Allora egli non seppe più contenersi: si lasciò ricadere seduto, come se le gambe non lo reggessero, e parlò con voce di rancore:

— Lei se ne va per farmi dispetto, per vendicarsi. Ma fa male.

Subito la vide irrigidirsi, con le mani aperte sulla tavola, scura dura più che i nudi rami attorno: e lo sguardo che gli rivolgeva era così sdegnoso ch’egli abbassò il viso e se lo nascose fra le mani.

E aspettò ch’ella parlasse.

Ella non parlava; allora egli ebbe paura di averla offesa ancor più della prima volta; ancora più che col respingerla col dirle d’averla respinta.

Adesso era la volta che ella se ne andava via davvero per non tornare più; se stava