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scolati in una vibrazione continua di luce e di tenebre.

L’uomo vibrava con gli elementi. Lo agitavano i ricordi del passato, le incertezze per l’avvenire, un rabbioso pentimento non sapeva se di essersi lasciato sfuggire la donna o di non averla trattata con più freddezza; ma sopratutto la constatazione ormai sicura che i progetti fatti nel cercare la solitudine erano stati vani.

E questa solitudine adesso gli pesava: gli pareva che le cose intorno lo deridessero con le loro pupille misteriose; e anche il loro contatto era freddo.

Non lo volevano più, le sue piccole cose intorno: ed egli pensò di andarsene.

Appena il mal tempo cessava, si sarebbe mosso in cerca di una nuova abitazione: ma il mal tempo non cessava, ed egli ricominciò ad impensierirsi per i suoi vicini. Forse il malato si agitava, forse l’acqua inondava la casa. E le due donne erano sole, contro il male di dentro e di fuori. Ma queste sono scuse. Cristiano: scuse verso te stesso che hai bisogno di tornare.

Di notte tendeva l’orecchio: gli pareva di sentire dietro la siepe la voce strana del malato che lo chiamava: o la donna che scuoteva la porta in cerca di aiuto.

Sapeva d’illudersi, eppure tendeva l’orec-