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Furono giorni in cui il fiore dell’umanità parve risbocciare in lui come l’ultima rosa in un rosaio già morto.

Egli diffidava: diffidava della donna, ma sopratutto di sè stesso, e s’irrigidiva ogni giorno di più nel proposito di non lasciarsi tentare: ma sentiva che se aveva pietà del malato era per pietà di lei, così sola, così ansiosa di paura e di speranza — che il marito morisse o guarisse: — e andava e veniva continuamente, dalla sua alla casetta bianca, e da questa al paese, per comprare medicine e viveri, per chiamare il dottore, per aiutare la serva nelle più umili faccende.

E la serva almeno la ricompensava con sorrisi promettenti, mentre la padrona, dopo quel primo slancio di confidenza, si ritraeva anch’essa chiusa nella sua pena.

Egli la trovava sempre seduta accanto al moribondo, nella camera buia, intenta a spiarne il corpo gonfio e immobile, chinandosi ogni tanto a dirgli qualche cosa, ma così piano, così piano, quasi avesse timore di svegliarlo.