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stanco di protesta e di minaccia: pareva chiedesse di lasciarlo morire solo, in pace, al buio; e che gli desse noia quel piegarsi della donna su lui, quell’essere guardato così con spavento, e sopra tutto quel modo di chiamarlo come dal fondo di un abisso.

— Giorgio? Giorgio?

Così forse la donna lo chiamava nei giorni felici, per svegliarlo dal sonno; e dal riposo ributtarlo nella fatica: o nei giorni di dolore e di malinteso, per richiamarlo dall’ombra che già li separava.

Finalmente egli riuscì a ricoprirsi, a nascondersi di nuovo.

Allora ella si sollevò, con gli occhi lucenti di disperazione: e rivide lì accanto Cristiano. Lo guardò, un attimo, come cercando di riconoscerlo, di ricordarsi chi era.

Era un uomo vivente. E da tanto tempo ella viveva con un morto.

Gli tese quindi la mano, come chiedendogli di trarla fuori da quel cerchio di morte: ed egli esitò, quasi avesse paura, di esserci trascinato lui, in quell’ombra; poi prese la mano e la strinse lievemente, con diffidenza apparente. Ma nel profondo dell’anima tremava tutto di gioia, perchè era la mano della donna che traeva lui dal suo cerchio di morte.