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quando egli come ubriacato dal profumo del giardino che odorava tutto come una grande rosa, ci lasciò soli nel prato ove si giocava. In un attimo, appena fu notata la sua assenza, quasi tutti i ragazzi si arrampicarono sugli alberi e sui muri staccando da questi le rose che cadevano giù pesanti e sanguinanti come brani di carne; e alcuni, rimasti nel prato, cominciarono a lottare fa di loro, stringendosi alla vita e molinando sull’erba in una danza pazza e feroce.

Solo io ero rimasto in disparte, preso ad un tratto da un senso di responsabilità che mi spinse in cerca dell’istitutore. E lo trovai in fondo al parco, in un tempietto dalle colonnine rivestite di edera; ma non era solo; stava con lui una fanciulla vestita di bianco; e si baciavano.

La fanciulla vestita di bianco teneva gli occhi chiusi, e il viso dell’istitutore era più triste del solito. Così la rivelazione dell’amore ebbe per me qualche cosa di religioso.

Per anni continuai a sognare l’amore così, in un tempio, distaccato da ogni cosa terrena; ed ecco d’un tratto mi si rivelava, adesso, terribilmente diverso.

Mi accorgevo che desideravo la ragazza dal fazzoletto