Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/59

Tre giorni il bambino rimase a letto con la febbre: non si lamentava più, ma rifiutava il cibo, finché a Bona venne l’idea di farglielo offrire da Michele. Ed ecco Michele con una tazza di latte in mano: con l’altra mano cerca la testa del bambino sollevato sui guanciali e gli avvicina la tazza alla bocca: e il malato beve il latte fino all’ultima goccia.

— È una cosa strana — mormora Albina, trasognata. — Tutto è mistero in questa creatura.

Ma il dottore al quale le serve raccontano il fatto, spiega che la simpatia del bambino per il cieco è una cosa semplicissima: tutti i bambini sentono per istinto chi loro vuol bene e chi loro vuol male; e Michele vuol bene al piccolo Eliseo.

— Eliseo? Si chiama Eliseo anche questo? Come lo sa, lei?

— Giacché non sappiamo altro nome chiamiamolo così.

Allora cominciarono a chiamarlo Elis. Albina credeva che la padrona protestasse o piangesse: la padrona non protestò né pianse, ma si astenne dal chiamare il bambino con quel nome. Del resto non se