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a darle una strana impressione: le pareva che il bambino la chiamasse, che se lei si muoveva, se, come la sera prima, lo prendeva in grembo, si sarebbe calmato.

Ma non voleva muoversi, no: anche perché sentiva un odio sordo contro il brigadiere, che per lei era uno di quei feroci personaggi che tutti in blocco rappresentavano la Forza mostruosa che le aveva tolto il figlio di casa per buttarlo nei campi della morte. Zitta, dunque, e dura, anche per protestare contro la sorte: perché doveva muoversi a raccogliere il figlio altrui? Lo buttassero nell’orto, a pascer l’erba; e se il cieco non smetteva di brontolare poteva esser buttato anche lui fra le immondezze.

Il cieco non brontolava più: s’era alzato, però, e stava fermo contro la parete, con le mani aperte penzoloni e il viso sollevato, coi capelli sulle guancie, come un Cristo schiodato dalla croce e messo lì appoggiato al muro: aspettava con inquietudine che si decidessero le sorti del bambino. Adesso si sentivano Davide e il brigadiere discutere, e quest’ultimo non sembrava molto convinto delle ragioni che il primo si dava.

Infine il dottore dichiarò che la ferita del bambino era prodotta semplicemente da una caduta dall’alto, forse da un cavallo, forse da un carretto, come