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fermo, serio; poi camminò. Dio, Dio mio! Era come Gesù che camminava sulle acque del mare. Ti ricordi, Albina? E quando lo mettevi sul letto egli si divertiva ad afferrarsi i piedini e portarli alla bocca. Era tanto bello: come la rosa di maggio. Sembra ieri... Qui in questa camera tutto è come allora — ella aggiunse, sfiorando i mobili come per accertarsi ch’erano tutti ancora al loro posto. — Gli oggetti non muoiono e noi moriamo.

— Tutto muore; prima o dopo è lo stesso — mormorò Albina per confortarla, ma lei stessa piangeva.

— Del resto, — riprese la padrona, seguendo il filo del suo angoscioso pensiero, — mio marito ha ragione: non bisogna intenerirsi, non bisogna aver pietà. Ne hanno avuta gli altri con noi? Mi meraviglio, anzi, ch’egli si sia portato appresso questa creatura.

— Era meglio che non la portasse, davvero! Così vossignoria non si agitava.

— Oh, questo non importa. Anzi a volte l’agitarsi fa bene. È che proprio bisogna non aver pietà né amore; si vive meglio.

— Gesù però disse il contrario — mormorò la serva; pur ricordando che la padrona dopo la disgrazia non era più stata in chiesa, né soleva