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le aveva fatto dimenticare il suo dovere; ma capiva che la padrona, prima di andarsene anche lei a letto, era entrata con quella scusa per vedere il bambino.

— Il latte è bollito — rispose; poi abbassò la voce. — Signora, sa che il bambino ha parlato! Mi ha chiesto: Chi è? Quel santo cieco?

— Impossibile! È troppo piccolo; avrà quindici mesi. Alla sua età Elis non parlava.

E di tutte le cose straordinarie di quella notte, quella che più impressionò la serva fu il sentire la padrona, che non parlava mai del figlio morto, ricordarlo a quel modo.

Bona intanto era passata dall’altra parte del letto e sollevava meglio le coperte per vedere se il bambino era sveglio: il bambino dormiva, rosso in viso, con la bocca aperta, tutto caldo di sudore.

— Sente? Sembra un pane nel forno. E il padrone voleva mandarlo via così, di notte.

— Gli uomini non hanno cuore, Albina. Se avessero avuto cuore...

Non proseguì, con la gola stretta dal suo ricordo: ma Albina capiva tutto e non insisté; ricordava che la padrona non amava si accennasse in alcun modo alla sua sventura. Strana cosa, però, quella notte lei stessa ne parlava,