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— Allora andrai tu, Albina.

Albina si fece il segno della croce, rifugiandosi nell’angolo più lontano della cucina: lo stesso padrone si mise a ridere, vedendo il suo terrore, poi disse che bisognava si movesse pur lui poiché aveva delle serve nutrite, pagate e calzate solo per tener la coda alla padrona e farsi comandare invece che essere obbedito da loro. Non si moveva, però; anzi aveva acceso la pipa e fumava rabbiosamente mandando di qua e di là il fumo, come ad empirne meglio la cucina, tanto che l’uomo sotto il sacco cominciò a tossire, ma d’una tosse più di protesta che veramente causata dal fumo; e il primo istinto di Davide fu di scansarglielo, poi invece lo mandò dispettosamente tutto da quella parte.

Ma la consolazione della pipa non calmava la sua collera: inghiottiva amaro e si pentiva di non aver già consegnato il bambino ai preti o al brigadiere, o a qualche donna che il Comune poi non avrebbe mancato di compensare.

La sua amarezza era causata dal ricordo che la moglie fino a poco tempo prima aveva sofferto di gelosia: gelosia muta, rodente, non del tutto ingiustificata, — era uomo del mondo anche lui, — che si manifestava solo nelle lunghe tristezze e nei silenzi esacerbati di lei, ma che a volte prendeva