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come un cane randagio, un povero bambino ferito.

E lo disse, dopo qualche esitazione però, perché aveva paura d’irritare maggiormente il padrone. Del resto, nonostante la furia di lui di liberarsi del bambino, ella persisteva nel credere poco vera la storia del ritrovamento in mezzo alla strada.

— Certo, non si tratta di un oggetto, ma di una creatura di Dio — mormorò la moglie, già impressionata dalle parole di Elisabetta.

— E allora tienitelo — gridò il marito.

Bona chinò un po’ la testa su quella del bambino, ma sollevò gli occhi grandi e tristi.

— È quello che tu vuoi — disse sottovoce, con un accento misterioso, come volesse non farsi sentire. Ma tutti avevano buone orecchie, tutti sentirono: e Davide scattò con impeto quasi selvaggio, imprecando e facendo atto di strappare alla moglie il bambino che ella strinse a sé, senza più parlare.

Il dibattito continuò allora fra il padrone e la vecchia serva, finché questa dichiarò nettamente che non intendeva uscir fuori di notte con un fardello così strano.

— Vossignoria mi mandi fuori sola; vado in cima al monte, ma con la creatura no.