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— E perché? Non è una notte di burrasca per non poter uscire. Io, però, no davvero non ci vado, e tu neppure. Albina ha paura degli spiriti: bisogna dunque che ci vai tu, Elisabetta.

Elisabetta non aveva paura di uscir sola di notte, ma capì che mandando lei dal parroco col bambino il padrone voleva castigarla per la sua malizia e si mise a sorridere. In fondo faceva sempre quello che le piaceva.

— Se vossignoria mi manda ci vado, ma dovrò forse tornarmene col mio carico. Sua reverenza il parroco vorrà parlare con vossignoria, prima di accettare il bambino; non vorrà credere così subito che...

— Elisabetta! — gridò il padrone senza lasciarla finire. — Quando io dò un ordine tu devi eseguirlo e non discutere. Tu devi prendere il bambino e portarlo giù dal parroco; s’egli non vorrà accettarlo toccherà poi a me e non a te a provvedere.

Visto che la cosa si faceva seria, la serva smise di sorridere. A lei, dopo tutto, non importava nulla di condurre la disgraziata creatura in giro di notte; una serva deve fare sempre quello che ordina il padrone; ma le pareva un’azione vergognosa, da parte del padrone, che era anche sindaco, non bisogna dimenticarlo, e di tutta la sua accreditata famiglia, di scacciare così,